Ultima modifica: 13 Gennaio 2019
Istituto Comprensivo II “Rita Levi Montalcini” > Abbattere muri, costruire ponti

Abbattere muri, costruire ponti

La diversità è un valore”

All’insegna dell’incontro tra le Culture, che porta con sé ricchezza e rinnovamento, e della diversità che diventa valore, lunedi 17 dicembre scorso, il poliedrico artista, di origine senegalese, Mohamed Ba ha incontrato alcune classi della scuola FARÉ (2C, 2D 1C, 2E), proponendo agli studenti approfondimenti, riflessioni ed attività di condivisione che illustrassero il tema “Io plurimo”.

Ecco qui accanto l’articolo che è comparso su “Il cittadino” (clicca per ingrandire).

L’iniziativa si inserisce in un percorso che è stato avviato fin dai primi giorni dell’anno scolastico, con il Progetto accoglienza. Tutti i ragazzi della scuola sono stati coinvolti in varie attività relative al tema del viaggio, inteso non solo come scoperta di nuovi orizzonti, ma anche come apertura a nuovi incontri, a confronti con chi è altro da me.

In particolare, di grande impatto è risultata la mostra “Le mille e una rotta”, proposta alle classi seconde e terze, che ha richiesto anche un notevole sforzo organizzativo e di allestimento (un grande grazie alla prof. Tagliabue ed agli uomini che si sono resi disponibili per montare e smontare il tutto in “notturna”).

Ecco come l’alunna Sara D’Alonges (2aB) ce la presenta:

“Abbattere muri, costruire ponti”

Gli alunni della scuola E. Faré hanno avuto la possibilità di visitare una mostra allestita nell’aula Magna della loro scuola e dedicata al tema dell’immigrazione.

Alcune volontarie dell’associazione “Amici di R. Follerau”, aiutate dalle classi seconde e terze, si sono dedicate all’allestimento della mostra dal titolo “Le mille e una rotta” e hanno fatto da guide durante la visita.

Le classi seconde hanno dato il loro contributo decorando delle scatole con delle vignette di cui riporto alcune affermazioni: “I migranti ci invadono con la loro religione”, ”Vengono tutti in Italia”, ”Non rispettano le regole” e molte altre frasi simili che si sentono spesso dire. Le scatole sono state impilate in modo da formare un muro, che alla fine gli alunni sono stati invitati ad abbattere.

Le classi terze hanno preso le stesse frasi e hanno condotto una ricerca per capire se corrispondevano alla verità; hanno quindi trovato risposte a molte importanti domande. I migranti ci rubano il lavoro? Falso, perché, se i migranti andassero via, l’Italia cadrebbe in una crisi economica. Oppure: perché non li aiutiamo a casa loro? Impossibile! Molti profughi scappano da situazioni di guerra e i soldi non basterebbero ad aiutarli.

Sono state poi raccontate storie vere di migranti, come quella di una ragazza camerunense che si è trasferita in Italia; la storia ha voluto mettere in evidenza la difficoltà di ambientarsi in un posto nuovo senza conoscere neanche la lingua. Avere nuovi compagni che magari non conoscono la nostra lingua capita spesso, e aiutarli ad integrarsi è molto importante.

Un’altra storia altrettanto significativa è stata quella di una ragazza italiana che è emigrata in Colombia a cercare lavoro. Questo dimostra che anche gli italiani emigrano, soprattutto i giovani.

Ad aiutare meglio gli alunni a capire le condizioni in cui i profughi intraprendono i loro viaggi ci ha pensato una vecchia barca, che è stata prestata da un’associazione e riempita di oggetti (soldi, telefoni, documenti e persino un Corano!) ritrovati su un vero barcone, oggetti già posseduti da profughi che non sono mai arrivati a destinazione. Le classi potevano prenderli in mano, trattandoli però con rispetto, perché erano appartenuti a persone che erano morte durante la traversata. Toccarli faceva abbastanza impressione.

È incredibile la condizione dei loro viaggi!

Sono poi stati mostrati alcuni video, come quello di un ragazzo africano venuto in Italia: per mantenersi agli studi va a lavorare nella raccolta di pomodori, dove scopre un mondo diverso: viene pagato meno di 3 Euro al giorno e lavora in condizioni pietose, dodici ore al giorno sotto il sole, e inoltre i prezzi al campo per cibo, acqua e trasporti sono altissimi. Iyan, così si chiama, è poi andato in televisione e ha ispirato una nuova legge che vieta lo sfruttamento dei braccianti agricoli.

Questa mostra ha fatto capire meglio agli alunni le condizioni in cui viaggiano i profughi e li ha aiutati a non credere a tutto quello che si dice, insegnando loro ad andare a fondo su qualsiasi questione.

Hanno quindi imparato ad abbattere muri e a costruire ponti!